Ricordo il viso
e le mani
il profumo del pane nella dispensa
i gradini alti del bagno
la sua stanza sempre buia
e i suoi lamenti.
Sono convinta che
soffrisse anche quando stava in silenzio
anche quando mi regalava un sorriso
anche quando le massaggiavo la gamba
e diceva di stare meglio.
Riconosceva il mio passo da lontano
due stanze prima della sua
dove le mattonelle ballavano
e il frigo cantava.
Gli scuri li aprivo tutti
attraversavo le stanze assieme al sole
che invadente entrava al mio passaggio
senza paura di disturbare.
Ricordo il cortile caldo
sotto i piedi nudi
il profumo dei mandarini
e le rose bianche.
Ricordo l’acqua gelata del pozzo
il cancello che tremava
e il profumo del letame.
Ricordo che una gamba non ce l’aveva più
ricordo di aver accarezzato a lungo un cuscino
accanto al suo moncherino
pareva ignara del fatto che le mancasse qualcosa.
Non perché ti avessi dimenticata
Non perché mi mancassero le parole,
solo perché forse erano troppe.
Avrei tanto voluto salutarti.
a mia nonna 24/04/09 h: 20,30